lunedì 31 marzo 2014

un week end per non pensarti

Ecco come funziona un week end di inizio primavera. Uno di quei week end in cui apri le finestre e ti accorgi che a Milano c'è il sole e allora decidi di non tornare a dormire, di provare a vivere come fanno tutti.
Allora ti fai un caffè, dai da mangiare alla gatta, sistemi un po' di cose in giro per casa e ti butti sotto la doccia.
Una doccia bollente e profumata che lava via il dolore accumulato durante la notte. Stai piangendo ancora ma almeno le lacrime si confondono con l'acqua che scorre e ci fai un po' meno caso.
Ti spalmi da capo a piedi di crema profumata all'Iris che adori e mentre lo fai pensi che piaceva molto anche a lui ma non la sentirà più, almeno non sulla tua pelle. 
Scacci un'altra lacrima e ti fumi una sigaretta, la centesima, avvolta nell'accappatoio mentre aspetti che la crema si assorba e tu possa vestirti.
Ti vesti e vai dal parrucchiere. Perchè in testa hai un gran casino, anzi, uno sfacelo.
Con tua enorme sorpresa sei da sola nel salone e non ti sembra vero. Chiaccheri con la parrucchiera che sembra essere simpaticissima e inghiotti le lacrime che ti salgono agli occhi mentre sgusci via come un'anguilla cercando di non rispondere a domande tipo "fidanzata?".
Torni a casa, metti due cose in valigia e ti catapulti in stazione. Perchè non puoi stare a casa, non puoi. 
Te ne vai in Val D'Aosta a trovare un vecchio amico. D. che nonostante le cose successe nel passato è rimasto una persona con cui chiacchieri volentieri, a cui sei affezionata e che, alla bisogna, sa regalare il miglior sesso post rottura garantito al 100%. 
Vedersi era nell'aria da un po'. ma c'era LUI e ti sembrava ovvio che non sarebbe accaduto. Ma LUI se n'è andato e tu non ti sopporti più.
Sali sul treno, ti fai una foto cercando di apparire il più sorridente possibile. Almeno di avere un sorriso credibile e la metti come immagine del profilo su FB. Si vabbè il dolore ti fa diventare un po' bimbaminkia e speri che lui la veda e pensi che stai bene, che non stai morendo senza di lui. Anche se ti conosce abbastanza per capire i tuoi occhi e vedere che non hanno la stessa luce che avevano nelle foto che mandavi a LUI.
D. è sempre lo stesso. E' confortante trovarsi altrove, tra le montagne, a guardare occhi familiari che ti sorridono e ti fanno dimenticare di te stessa per un po'.
Si parla, si ride, si fuma tanto.. era dai tempi bolognesi che non fumavi tanto da dimenticarti i tuoi stessi pensieri.
Cerchi di non pensare a lui. Mai. Neanche in quel momento in cui non apri gli occhi perchè se li aprissi e guardassi D. moriresti al pensiero che tutto quello che vorresti in quel momento è che ci fosse LUI addosso a te.
Ti addormenti stanca di te stessa e fai sogni che lasciano il segno.
Sei in una casa che neanche conosci ma nel sogno è casa tua. Stai dando una festa per chissà quale ragione ed è pieno di gente. Ad un certo punto entra un bambino che ti porge una candela in regalo. Qualcuno ti chiede chi è quel bambino mentre tu senti un pugno nello stomaco e riconosci quegli occhioni. E' A. il figlio 4enne di LUI. Ti inginocchi e lo abbracci forte mentre alle sue spalle vedi L. il figlio 8enne che ti guarda con aria triste e ti porge un'altra candela. Questa è grande, di quelle candele decorative quadrate.
Sulla candela c'è un biglietto da parte di LUI. Leggi molte righe ma tutto quello che ricordi da sveglia è una frase "non pensavo saresti arrivata a tradirmi."
E apri gli occhi. Guardi il soffitto. E ci metti un po' a renderti conto di dove ti trovi, di cosa stai facendo.
Perchè per un momento ti è sembrato di vedere le travi di legno che erano sul soffitto della camera di LUI. Ma no, qui non ci sono travi. Qui c'è solo un soffitto bianco. E LUI non c'è.
Te ne ritorni a casa più triste che mai. Più sola che mai.
E durante il viaggio di ritorno non fai altro che ascoltare questa canzone senza smettere di piangere un momento.

"Tu lo sai che non e' la fine 
Si' che lo sai……. 

Che viene maggio 
E sciolgo le brine 
Si' che lo sai…… 
Resti d'inverno 
Persi nel vento 
Io non mi stanco no, no 
E vengo a cercarti 
In un sogno amaranto"



Manchi da morire.

giovedì 27 marzo 2014

Dimmi se si può essere al telefono con te in piena notte a discutere e sentire comunque il cuore in gola. Dimmi se si può sentire lo stomaco farsi piccolo piccolo non appena la tua voce si addolcisce un po' e si abbassa di un tono, anche se mi stai dicendo cose che fanno male.
Dimmi se si può riuscire solo a pensare al bisogno smisurato che ho di baciarti e di far l'amore con te anche se in quel momento mi stai dicendo addio.
Dimmi se è possibile chiudere il telefono alle 3 del mattino, svegliarmi in preda alle lacrime alle 4.30 e poi ancora alle 5.30 e alle 7.30 essere sul treno verso il lavoro senza avvertire stanchezza o sonno. Senza sentire niente se non dolore e vuoto.
Il mio cuore è frastornato, un po' sotto shock e ammaccato. Credo sia in piena crisi da stress post traumatico. Ma non ti tengo più. Non posso. Non sono capace. Non ce la faccio.
Ho cercato di spiegarti cosa mi fa star male, ti ho chiesto un piccolo sforzo. Ma tu dici che non sei in grado di farlo. Dici che sapevi che il momento sarebbe arrivato perchè tu, al posto mio, non ce la faresti a restare. Perchè tu non mi dai quello di cui ho bisogno, perchè mi fai soffrire anche se non lo vuoi. Mi dici che tu una storia così, a distanza e con tutti questi problemi, non l'hai mai contemplata e mai voluta. Ma ti ci sei trovato perchè io ti piaccio, perchè sono importante, perchè mi vuoi bene. Ma visto che la cosa mi fa soffrire tanto, dovrei darci un taglio. Ma davvero. Senza fare che tra due giorni ci cerchiamo perchè non sappiamo stare senza sentirci per poi ritrovarci dopo due giorni a stare ancora male.
Mi dici "devi solo essere onesta con te stessa e dirlo. Lo so che ci tieni, ma ti passerà. In ogni caso non staresti male a lungo. Stai più male così ed io non voglio farti del male."
Io piango in silenzio perchè non voglio che tu te ne accorga anche se poi la voce si spezza quando mi chiedi di risponderti.
Ti dico che quando ci tieni a qualcuno cerchi di fare qualcosa. Ti dico che voler bene è un impegno. Quando vuoi bene e lo dici ti impegni a non far sentire l'altra persona sola. Ti dico che siamo in due in questa storia e che non ho preteso niente ma ultimamente mi sento come se a te non importasse.
Ti dico che io non voglio dirti addio. 
Mi dici "allora prendo in mano la situazione e lo faccio io. Se manca la forza a te, lo farò io."
A questo punto io non ho più niente da dire. Ti dico solo "Basta, io alzo le mani. Se piuttosto che fare un piccolo passo verso di me preferisci dirmi addio, fai pure. Se stai meglio senza di me, accomodati. Io sono stanca. Non ti fermo più. Se vuoi andare vai."
Rimaniamo in silenzio per minuti interi. Minuti passati ad ascoltarci respirare senza che nessuno dei due trovi davvero il coraggio di mettere giù il telefono, di scrivere la parola fine. 
Ma io non posso più. Sono lì al buio, sotto le coperte, senza riuscire a smettere di piangere, ad ascoltarti respirare. Raccolgo il coraggio e ti dico "Allora buonanotte." Sospiri forte e dici "buonanotte" con un filo di voce che io vorrei solo stringerti forte e non lasciarti andare mai. 
Restiamo ancora un minuto appesi al nostro respiro come se mettere giù il telefono sia la cosa più difficile del mondo. Forse entrambi sappiamo che questa volta non ci sarà un ritorno. Io farò di tutto per non cercarti, per non pensarti. Ti sento così forte tesoro mio, ti sento così tanto mio che non te lo so spiegare. Ma devo sopravvivere e questa storia mi sta consumando. Tu mi consumi e finisce che poi io non avrò più niente da dare.
Alla fine la nostra telefonata si conclude perché io trovo il coraggio di dirti ciao e mettere giu'.
Ore 3.00 del mattino. Tutto è finito.
Sono qui in ufficio che lavoro. Mi sto fermando ora per un momento. Ma questa mattina ho macinato lavoro come se non ci fosse un domani. Avevo bisogno di non pensarti anche se ogni due minuti devo fermarmi ed asciugare le lacrime che scendono a tradimento e non mi lasciano tregua.
Starò male. Male da cani. Ma non mi annienterò, non ti implorerò di tenermi con te, non farò pazzie per te, non ti cercherò. Mi tengo un giorno, forse due, per piangere tutte le mie lacrime, per disperarmi, per dirmi che non ero abbastanza.
Poi alzerò la testa e porterò il dolore con dignità senza rinunciare alla vita. Cercherò di dare a me stessa l'amore che tu non hai saputo o non hai voluto darmi.
Non cercherò un altro. Non voglio più mettere il mio cuore sul vassoio. Vivrò come meglio so, farò anche delle stronzate se mi andrà. 
Fino al giorno in cui mi sveglierò e scoprirò che ho smesso di aspettarti.


lunedì 24 marzo 2014

Le parole che aspettavo

Ho resistito per 72 ore. 72 ore di mani morse e di vari escamotage messi in atto per evitare di fare l'unica cosa che avevo voglia di fare: cercarti.
Ma poi venerdì sera, dopo cena, ho ripensato a varie cose. Ho pensato ai saggi consigli di una nuova amica, ho pensato a quello che ci siamo detti e dati fin'ora. Ho pensato che non so lasciarti andare senza tentare. Ho pensato che 3 giorni sono più che sufficienti e un messaggino innocuo danno non avrebbe fatto.
Male per male, sarei rimasta ore a fissare il cellulare in attesa di un segnale ma per lo meno avrei potuto dire a me stessa: Ci ho provato.
Sicchè, ti scrivo "come stai burberetto?" 
Al 5° tentativo. Perchè ho scritto 5 messaggi diversi prima di decidermi a mandarti questo.
Comunque, dopo un secondo Viber notifica "visualizzato". E il mio cuore perde un battito. Dopo una manciata di secondi arriva anche la tua risposta ""incredibile ti stavo scrivendo io..".
Non ci capisco più niente. Ma decido di lasciarti tempo e spazio e mi limito a sorriderti.
Cominci a chiedermi del lavoro, io ti chiedo del tuo e dei tuoi bimbi. Racconti quello che è successo ed io ti ascolto accomodante. Perché non avrebbe senso dirti che sono altre le parole che sto aspettando e che starti lontana è un supplizio che non merito.
Poi dal niente mi dici " "Ti ho pensato tanto, non credere che abbia fatto finta di niente".
Mi sciolgo come neve al sole ma mi limito a chiederti a cosa tu abbia pensato.
" A te. Mi sono sentito male, ho sentito che mi mancava un pezzo. Eri tu. Mi sono sentito solo. Improvvisamente non c'eri più tu ed io non sapevo con chi parlare, con chi condividere le cose belle e le cose brutte. Mi sei mancata perchè ti voglio bene e mi è mancato sentire che mi vuoi bene. E' stato difficile starti lontano. Ci ho provato ma non riesco a cancellarti."
E basta. Il mio cuore è impazzito e non sa calmarsi.
Ti ho detto che non è stato facile neanche per me e che vorrei che provassi a non farlo più. A non andartene ogni volta per poi farci stare male entrambi. Ti ho detto che quando te ne vai da me tutto diventa grigio.
Mi hai risposto ""Anche io sto meglio se ci sei tu. Ci provo, Erika. Ci provo."
E a me basta.
Per ora mi basta così.

mercoledì 19 marzo 2014

Tempo di silenzi

Chiedo scusa alle anime pie che hanno commentato il mio ultimo post per non aver avuto la forza fisica di rispondere ad ognuno come sarebbe giusto fare.
Ho letto ed apprezzato ogni singola parola, ogni singola opinione e il tanto affetto che ho letto nelle vostre parole.
Ma ora non ho molto da dire. Vivo in questa continua altalena tra stato di grazia e profonda disperazione.
Un momento penso che tutto andrà bene e quello dopo mi sento come se tutto fosse perduto e forse vale la pena mollare la presa.
Oggi è il giorno del "tutto è perduto" e non ho molto da dire.
Lo stomaco è chiuso e non riesco a far altro che bere ettolitri di caffè e fumare come se non ci fosse un domani.
Ci siamo sentiti due giorni fa e mi ha detto che è consapevole delle sue mancanza, ha ribadito che ci tiene ma che non sa fare diversamente e la nostra conversazione non si è conclusa felicemente.
Quindi ho deciso di sparire per un poco, lasciarlo pensare e lasciare che per una volta sia lui a cercarmi. 
Mi troverà qui con le braccia ed il cuore spalancati. Ma ho bisogno che sia lui a farlo. Un piccolo gesto, nulla di eclatante.
Mi basta solo un "mi manchi." 
Mi accontenterei di questo.
Grazie a chi capirà che il mio silenzio ai commenti ricevuti non è per arroganza, è solo metabolismo.

lunedì 17 marzo 2014


Stiamo precipitando.
Tutto sta andando a rotoli ed io non so più da dove riprendere la matassa.
Ti sei chiuso nel tuo muro e non c'è niente che io possa fare per tirarti fuori.
Salvo poi sbucare fuori quando fa piacere a te e arrabbiarti se io non sono qui sorridente felice e dolce come vorresti.
Ho aspettato con pazienza e in silenzio. Giorni di messaggi non risposti, giorni di silenzio e di messaggi freddi e distaccati.
Sono stata presente quando hai voluto, ho cercato di darti quello che ti ho sempre dato scontrandomi contro un muro di gomma e freddezza.
Ho cercato di non farti pesare il freddo che sento dentro.
Ma ho i miei limiti. Prima di te questi limiti erano molto più definiti, marcati. Prima di te una storia così non l'avrei retta.
Ma quando ci si mette il cuore non c'è molto che razionalmente si possa fare. I tuoi occhi, il tuo cuore, mi hanno fatto credere che valeva la pena sudare e soffrire perchè tu eri, sei, l'amore che vorrei per me.
Ma ieri, anzi oggi, ho raggiunto l'apice.
Dopo una domenica senza tue notizie, una domenica di messaggi non risposti (due in realtà e tranquillissimi), una domenica che si è conclusa all'una e mezza con il tuo messaggio della buonanotte che io non ho neanche voluto leggere.
Perchè dopo una settimana così e dopo un giorno di silenzio assoluto, non basta un "buonanotte nanetta bacini" mandato in piena notte, per scaldarmi il cuore.
Il messaggio l'ho guardato stamattina. E non ti ho scritto. Perchè non avevo niente da dire a parte il mio mal di stomaco.
Alle 12 ti fai vivo tu con un messaggio del buongiorno allegro di quelli che mandavi prima.
Seguito dopo un minuto esatto da un altro messaggio triste perchè io non rispondevo.
Che a volte mi sembra di aver a che fare con una femmina. Cioè se tu non rispondi per ore e ore va benissimo ma se io ti faccio aspettare un minuto scatta la para?
Comunque ti rispondo e alla tua richiesta di un sorriso ti dico che proprio non mi esce il sorriso.
Mi dici "ok ci sentiamo un'altra volta."
Ed io non ci vedo più. Non ci sto ad una risposta del genere.
Ti chiamo e tu sei tutto pimpante e mi dici che stai facendo la spesa. Ti dico che il fatto che non mi andasse di sorridere non vuol dire che non abbia voglia di parlarti.
Mi dici che hai pensato che il motivo fosse da collegarsi al fatto che ieri non ti sei fatto sentire.
Ovviamente ti dico che il motivo è per forza di cose quello.
A questo punto ti inalberi e mi dici "senti oggi mi ero svegliato in altro modo. Non ho bisogno di altre rogne. Ci risentiamo. ciao."
E chiudi il telefono.
Lasciandomi ammutolita con il cuore sul pavimento.
Provo a richiamarti ma non rispondi.
Ed io non mi capacito. Non mi capacito di tanta freddezza e cattiveria gratuita.
Sicchè ti scrivo un messaggio dicendoti che mi dispiace e che anche a me avrebbe fatto piacere parlare con te ma che purtroppo sono un essere umano senziente e con dei sentimenti e non puoi pretendere di tenermi in un angolo e poi trovarmi contenta e dolce come al solito quando hai voglia tu.
Ti dico che per una settimana ho lottato contro il tuo muro di freddezza e che ho cercato di lasciarti i tuoi spazi perchè a te ci tengo tanto. Ma ora mi sento così e se ci tieni un minimo queste cose le capisci da te. Non merito di sentirmi etichettata come l'ennesima rogna. Ma questo è quanto. Tolgo il disturbo.
Ovviamente il mio messaggio è rimasto non letto.
E forse, per quanto il mio stupido cuore non se ne voglia capacitare.. forse ho sbagliato anche questa volta.

venerdì 14 marzo 2014

E' ancora inverno

Il sole che che scalda le giornate milanesi, i ciliegi che fioriscono improvvisamente e prepotentemente, le giornate che si allungano...sembra che la primavera abbia fretta di arrivare e scacciare un inverno un po' fiacco.
Ed io ci avevo un po' creduto. Sentivo il sole caldo in faccia, il caldo nel cuore.. ero quasi felice nonostante tutto.
Invece la primavera arriva ma evidentemente non per tutti. Per me è sceso il gelo. Quel gelo che non avevo sentito prima neanche dal mero punto di vista meteorologico.
Il mio gelo sei tu.  Ed io non capisco più, non so più.
Qualcosa è cambiato, qualcosa che esula dalla mia volontà e capacità.
E' cominciato impercettibilmente domenica quando alle 15.30 mi rispondi ad un messaggio dicendo che stavi correndo ad un appuntamento di lavoro e mi è sembrato strano che non mi avessi cercata neanche per un buongiorno di sfuggita ma ho scrollato le spalle e mi sono detta che vabbè può capitare.
E la sera non hai avuto tempo per me ma mi hai scritto e mi hai promesso che ci saremmo sentiti il giorno dopo ed io sono andata a dormire felice senza fare un dramma di queste piccole mancanze.
Lunedì  io ti mando il buongiorno alle 08.30.(tra l'altro mandandoti una mia foto) Il mio messaggio viene ignorato fino alle 21.30 ora in cui ti fai sentire cinque minuti via messaggio dicendomi che non avevi fatto caso alla foto e che sei di fretta.
Alle 02.30 mi mandi la buonanotte. Ti rispondo dolcemente anche se la dolcezza in quel momento la sentivo sotto le scarpe.
Martedì decido di non scriverti, giusto per vedere se mi avresti cercata tu anche solo per un buongiorno. Niente. Silenzio fino alle 20.30 ora in cui mi chiami facendo il tranquillone ed io ti rispondo a monosillabi. Mi chiedi cos'ho. E a quel punto, cercando di mantenere tutta la calma di cui sono capace, ti dico che sono dispiaciuta per questi silenzi.
Ti arrabbi. Mi dici che stai avendo giornate infernali, che fino a due giorni prima ci siamo sentiti 700 volte al giorno e che sentirci non dev'essere un obbligo e che ci manco solo io a peggiorare la giornata.
Dopo molta fatica ci spieghiamo. Ci calmiamo e parliamo.
Penso che la cosa si sia chiarita e mi rilasso.
Mercoledì  ti mando il messaggio del buongiorno. Resta senza risposta fino alle 20.00 quando mi mandi un messaggio dicendomi che stavi preparando la pizza. Alle 21.30 ci parliamo al telefono. Ma la telefonata non ha niente delle nostre telefonate. Ti sento lontano, freddo. Chiaccheri, racconti le tue cose, ridi ma non c'è una mezza parola riferita a me, a noi. Nulla di vagamente tenero o semplicemente complice.
Dopo una mezz'ora mi dici che devi continuare a lavorare e mi dici "buonanotte ci risentiamo."
Ci risentiamo?! Ho provato a scacciare dalla mente il senso di nausea e smarrimento che mi ha dato quel "ci risentiamo" e ti dico "ok ci sentiamo per la buonanotte".
Mi dici "te la sto dando ora."
Ed io "ah ok quindi niente messaggio quando vai a dormire?"
Mi dici "non fare la gne gne."
Ti rispondo che non è questione di essere gne gne. Che va bene tutto però la tua abitudine di mandarmi la buonanotte anche a notte fonda anche se sto dormendo.. mi piace da morire. E cmq fai come vuoi, non c'è problema.
Mi dici "ok."
Manco fossi lì a parlarti di lista della spesa.
All'una e mezza mi mandi la buonanotte. E mi rassereno.
Ma è stata l'ultima volta che ti ho sentito.
Perchè poi basta. Non mi hai chiamata, neanche mezzo messaggio. Nulla di nulla.
Non ti sento esattamente da 36 ore.
E non ti cerco. Perchè dovrei? Cosa otterrei?
Ho soffocato tutto in questi giorni e mi sono sentita persino in colpa per averti fatto notare che mi ero sentita trascurata. Non ho voluto ascoltare i segnali, le fitte allo stomaco che mi dicevano che te ne stavi andando da me.
Ma questa è la prova.
Hai allentato la presa poco per volta e ora hai smesso di farti sentire del tutto. Chiuso i ponti.
E non lo so perchè. So solo che è così.
Perchè, andiamo, non ci sono preoccupazioni che giustifichino un comportamento del genere. Niente ti ha mai impedito di sentirmi, di cercarmi, di mandarmi anche solo una risposta veloce ad un messaggio.
Mi hai chiusa fuori chissà poi perchè.
Ed oltre a piangerci e a non dormirci non so che farci. Non posso più. Sto lottando per me e per te da due mesi e mezzo.
Forse è ora che io mi arrenda.
Magari prima o poi ti mancherò un po' e magari tornerai.
Magari.
Una cosa sciocca l'ho fatta. Chiamarti con l'anonimo, giusto un minuto fa, e sentire la tua voce bella pimpante al telefono e riattaccare.
Avevo bisogno di sapere che sei vivo. Sono patetica da far schifo


lunedì 10 marzo 2014

Come se dopo tanto amore bastasse ancora il cielo

Doveva essere un week end di amorosi intenti e invece è stato un week di lavoro intenso (per te) e di febbre da cavallo (per me).
E dovrò aspettare ancora per riabbracciarti che in questo periodo il tuo lavoro si è fatto di fuoco e lavori letteralmente giorno e notte tanto che quasi non c'è tempo neanche per sentirsi.
Si, ci sentiamo sempre, ma non c'è quasi più tempo per le nostre telefonate fiume. Quelle telefonate che ad un certo punto ti prende fuoco l'orecchio e realizzi che stiamo parlando da due ore e neanche ce n'eravamo accorti.
Però ci sei sempre. 
E mi intenerisci ogni giorno di più. Anche quando mi mandi la buonanotte alle 2.30 del mattino scusandoti perchè non sei riuscito a liberarti. E io già dormivo perchè mi ero un po' rassegnata e il messaggio sul cellulare mi ha svegliata e fatta sorridere. 
E ti dico di non preoccuparti e di fare una buonanotte e tu mi rispondi "domani ci sentiamo, promesso."
E il mio cuore è felice. Felice come un bambino su un prato in  un giorno d'estate. Perchè ci sei tesoro mio, sei qui ogni giorno e ogni giorno prometti di esserci per il giorno a venire.
Non mi serve niente di più davvero. Ti sento mio, come una compagna di blog disse in un commento, e mi sento tua fino alla parte più nascosta di me.
Sento che lo stiamo costruendo questo amore. A piccoli passi, giorno per giorno, ci stiamo costruendo il nostro angolo di mondo.
Mi sento una miracolata tanto che se ci penso mi viene un po' da piangere. Perchè non ci speravo più e perchè, in ogni caso, non speravo così tanto. Perchè tu sei più di quello che speravo per me ed io neanche lo so se lo merito. Ma sei qui per me. Vuoi me, ora. E a me del resto non importa più. 
Ho il tuo messaggio del buongiorno appena apri gli occhi (qualsiasi ora sia), ho i tuoi piccoli pensieri durante la giornata, ho i tuoi occhi che mi vedono bella al punto che comincio a crederci anche io, ho la tua voce calda e dolce che mi raggiunge la sera e mi fa battere il cuore e mi stringe lo stomaco, ho la buonanotte che mandi cascasse il mondo anche se ormai notte non è più.
Ho ogni giorno la più dolce delle promesse " ci sentiamo domani nanetta."
E chissenefrega del resto, delle etichette, della distanza, delle difficoltà. 
Ho l'uomo più meraviglioso del mondo nella mia vita. Un uomo splendido che per qualche oscura ragione vuole me adesso. E in questo "adesso" io ci sguazzo felice.
"E intanto guardo questo amore
che si fa più vicino al cielo
come se dopo tanto amore
bastasse ancora il cielo"

lunedì 3 marzo 2014

L'ultima notte al mondo



"tutto questo coraggio non è neve. E non si scioglie mai, neanche se deve. "


Ancora una volta hai dato al mio cuore un motivo in più per crederci, per restare, per non lasciarti andare. 

Perché sei tu il mio coraggio. Ogni volta che i miei piedi tentennano e le mie gambe tremano un po', senza saperlo mi dai motivo per continuare a crederci.

Ed è stato così anche in questi due giorni. Giorni di presenza costante, come sempre, e di piccole sorprese.

Come, per esempio, scoprire che tua madre e tuo fratello sanno di me. L'hai detto con naturalezza, come se non fosse nulla di che. Anzi temevi che la cosa mi dispiacesse. Come potrebbe dispiacermi? Mi dici che a loro hai spiegato la tua posizione, la tua paura di lanciarti ma il non essere in grado di lasciarmi andare. Hai detto loro che non sono la tua ragazza ma non sono neanche un'amica. Sono una persona a cui tieni e che senti ogni giorno con la quale hai un rapporto speciale e bellissimo.

Tuo fratello ti ha detto "capisco quello che hai passato e che stai passando e sei fortunato che lei non se ne sia andata. Solo non vorrei più vederti da solo".

E tu con tutta la naturalezza di questo mondo hai risposto "Non sono solo. Ho lei nella mia vita e mi riempie ogni singolo giorno."

Quando me l'hai scritto ho ringraziato il cielo che non stessimo parlando a voce perché inevitabilmente ti saresti accorto della mia commozione e mi avresti presa in giro.. ma tu non sai quanto il mio cuore si sia gonfiato di gioia.

E poi ci sono i tuo bimbi. 


(Ecco questa è una cosa che qui non ho mai detto ma a questo punto è doveroso raccontarla anche per dare un quadro più completo della situazione. Burbero ha 33 anni e per 9 anni ha convissuto con una donna dalla quale ha avuto due bambini. Uno che ora ha 8 anni e un altro di 4. E' stato un amore grande per lui ed è finito nel peggiore dei modi. E in meno di due mesi lei stava con un altro che ora sta per sposare e con il quale ha fatto un altro figlio dopo neanche sei mesi. Ecco da dove derivano tutte le sue paure e, onestamente, io non riesco a dargli torto.)

Dicevo, i tuoi bimbi. Che sanno di me e che sgomitano ogni w.e. per sentirmi al telefono e salutarmi. E io mi imbarazzo, e ti sento ridere in sottofondo del mio imbarazzo, ma allo stesso tempo mi si allarga il cuore. Perchè faccio parte della tua vita in tutto e per tutto e questo non fa che confermare che per te non sono una di passaggio.

E poi ieri mi dici che vuoi passare due giorni chiuso in casa con me, che ti manco e non ce la fai più. E no, questo non significa che sia cambiato qualcosa. Solo hai bisogno di me almeno quanto ne ho io di te.

Ed io sono già lì con te.. Anche se dovrò aspettare fino a venerdi sera, il mio cuore è già lì. Perchè mi fanno male le braccia tanto è forte il bisogno di stringerti e le mie labbra hanno troppa sete e solo le tue possono darmi sollievo.

Il mio cuore fa le capriole..perchè " l'ultima notte al mondo io la passerei con te "