martedì 11 febbraio 2014

Updates

Alla fine ho ceduto. Sabato sera sul tardi ho preso in mano il cellulare e gli ho scritto solo un "come stai". 
Non ne potevo davvero più.
Mi ha risposto felice di sentirmi, mi dice che è fuori con gli amici. Mi chiede se sono a casa e mi dice che voleva chiedermi com'era andata la mia review annuale con il capo inglese ma in quel momento non poteva.
E qui io faccio quello che non dovrei. Gli dico che sto bene e che mi chiederà quello che vuole quando potrà e che, in ogni caso, la mia review era avvenuta 4 giorni prima e avrebbe potuto scrivermi se solo avesse voluto.
Messaggio visualizzato. Nessuna risposta. E lì comincio ad auto flagellarmi pensando che potevo evitarmela, che le recriminazioni da femmina rompiscatole proprio no.
E poi la domenica mattina mi manda il buongiorno, mi dice "non odiarmi..non è cosi semplice.." e poi mi chiama. 
Mi chiama e passiamo un'ora al telefono parlando e ridendo. E mi dice che gli sono mancata da morire ogni santo giorno, che gli manca quello che eravamo. Mi dice che in quei giorni di silenzio mille volte avrebbe voluto prendere in mano il cellulare e scrivermi. Scrivermi qualsiasi cosa, dal film che stava guardando (era un po' un nostro rituale guardare dei film e poi farci le nostre personalissime recensioni a vicenda) al fatto che semplicemente sentiva la mia mancanza. Ma non l'ha fatto perché voleva essere coerente con se stesso e non voleva farmi del male. Mi dice che ha pensato "però, cazzuta sta nanetta che non si fa sentire" ma mi avrebbe comunque cercata. Mi ripete che in questo momento della sua vita ha bisogno di rimettersi insieme, di risistemare i pezzi e non è in grado di vivere una storia serenamente. Ma non vuole perdermi. Mi dice "in questi ultimi due anni mi hanno letteralmente asfaltato. Tu sei stata la prima e l'unica a squarciare il velo, a farmi tornare a sentire. Mi sono fermato perchè so che questo non è il momento giusto, non perché non sei giusta tu. E non lo so cosa succederà in futuro.. ma so che squando starò meglio e sarò pronto sarà forse più facile se nel frattempo non ci saremo persi. E se nel frattempo mi dirai che hai trovato qualcun altro mi farà male e sarò pazzo di gelosia ma è un rischio che devo accettare. Non ho alcun diritto e alcuna pretesa di legarti. Solo mi piacerebbe poter parlare ancora con te come facevamo prima."
Gli rispondo che può farlo e che sto male con i suoi silenzi, la sua assenza mi ferisce non la sua presenza. 
Parliamo ancora un po', qualche messaggio stupido durante la giornata e la domenica passa. Arriva il lunedi. io non lo cerco per prima ma mi viene la voglia assurda di scrivergli una lettera. Una lettera scritta a mano e da spedire con tanto di francobollo (come si faceva una volta.. che io sono anni che non compro un francobollo).
Mi piaceva l'idea di prendermi il tempo di dirgli qualcosa di importante, aspettare con pazienza che la riceva e attendere la sua risposta.
Qualcosa che non fosse consumato in fretta come un messaggio al pc.
Cosi ieri sera mi sono seduta al tavolo della cucina e gli ho scritto. In realtà quello che gli ho scritto mi è capitato di leggerlo da qualche parte ma ho deciso di scriverglielo perchè è esattamente quello che penso e che sento:
"Ti resto accanto anche quando non mi vedi.
E cerco di capire, tu che un giorno sei una rosa e quello dopo sei una spina. Ti resto accanto in questo tempo indefinibile, nel tempo che ti prendi per pensare, per trovarti e intanto se la ride, passa e se ne frega. Tempo troppo breve se ci scappa da ridere o da vivere, tempo troppo lungo se ti fai aspettare.
Se ti volti non mi vedi. Neanche avanti non mi vedi. Io sono al tuo fianco, senza spingere nè tirare, nel posto in cui ti puoi appoggiare quando perdi l’equilibrio. Di fianco, per dirti all’orecchio che ti voglio bene, per non perderti di vista neanche quando ti allontani. Di fianco, per non oscurare la tua luce, per non coprire la strada che vuoi fare, per solleticarti se ti chiudi nei pensieri.
E non occorre che allunghi la mano per cercare la mia, non l’ho mai mollata. E non occorre che allungo la mano per cercare la tua, è sempre stata nella mia.


Con infinito bene,
Erika"
Solo che nel momento esatto in cui ho chiuso la busta e attaccato il francobollo, lui mi ha mandato un messaggio. Un messaggio tranquillo e carino. E ci siamo scritti un pochino e addirittura stamattina ho riavuto un messaggio del buongiorno più o meno e ho paura che mandargli quella lettera non sia una buona idea. Ho paura che potrebbe sentirsi sotto pressione, messo al muro ed è l'ultima cosa che voglio.
Ora quella busta è nella mia borsa e non credo verrà spedita. O forse dovrebbe?


12 commenti:

  1. Guarda... io sarei tentato di dirti di NON spedirla.
    Anzi, fossi in te, se le cose vanno ancora così a tira&molla, gli direi: senti, prendiamoci qualche giorno e risentiamoci.
    Dovrai essere forte, anzi di più, per non contattarlo. Però almeno vedrai la sua reazione e cosa intende fare.

    Moz-

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    1. Al momento la lettera è ancora in un angolo della mia borsa. Sono ancora molto indecisa. Non so cosa voglio fare ma so di sicuro cosa non voglio. Non voglio dargli utlimatum, non voglio metterlo spalle al muro. Voglio lasciargli il suo tempo.

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  2. Io la spedirei. Il che, non è un consiglio, dato che in amore sono sempre stata impulsiva, troppo impulsiva.
    Ma la spedirei perchè è stata scritta col cuore in mano. Potrebbe sciogliersi davanti a quelle parole, potrebbe irritarsi, o magari potrebbe più o meno non cambiare nulla. Potrebbe anche venir persa prima di arrivare.
    Un lancio di dadi, insomma. Ecco, io amo sapere di aver giocato finchè la partita era in corso, e di aver giocato lealmente.
    A costo di perdere.

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    1. Anche io lo sono. Lo sono sempre stata. E ho quasi sempre perso. Mi sono fermata a pensare questa volta e mi sono chiesta se l'amore a volte non sia anche una questione di tempi. Ecco non vorrei che la mia lettera facesse più danno che altro.

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  3. Non saprei. Io che di solito son impulsiva, ti direi di aspettare per quella lettera.
    Nel senso, è molto bella, se io la ricevessi dalla persona cui tengo tantissimo non ne rimarrei offesa o delusa. Al contrario, ne sorriderei e la custodirei.
    Però forse, e dico forse, puoi trovare un momento migliore in cui inviarla.
    O magari non la manderai e tra tanti anni, quando sarete felici e contenti sotto lo stesso tetto, gli dirai 'la vuoi leggere una cosa e ridere?'.
    La mia mente vola troppo, ma è quello che semplicemente ti auguro.
    E comunque, in generale, per la lettera e per tutto, fa sempre e solo quello che ti dice al cuore. Alle eventuali conseguenze ci penserai dopo.

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    1. Mi piace questa idea romanticissima e positivissima di fargli leggere la lettera tra tanti anni quando saremo ormai una coppia rodata :)
      incrociamo le dita! :)

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  4. Io ho spedito una lettera tanti anni fa... E non ho mai saputo se è arrivata, se è stata letta. Quelle risposte che volevo, mai ascoltate.
    E sono stata malissimo...
    Ma come sarei stata, se non l'avessi spedita?
    Forse vanno solo dette (o scritte) certe cose, forse farlo ci libera...
    Forse.

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    1. Ecco forse la cosa che più mi spaventa è il non sapere. Spedire la lettera e non sapere se arriva a destinazione.. panico.

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    2. una cosa è sicura: se non lo fai, non lo saprai mai...
      vale ancora il detto: "chi non risica, non rosica?"

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    3. Vale ancora secondo me e in questa storia sto investendo e risicando molto. ma sto anche mettendo in ordine un po' di pensieri..

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  5. Io la spedirei. E non solo perché se la ricevessi sarei lusingata e felice. Ma perché è quanto di più lontano possa esserci dalla pressione e, mi sembra, è proprio ciò che lui sta cercando.

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