mercoledì 7 gennaio 2015

Propositi per l'anno nuovo: zero propositi

Sicché mi par di capire che questo 2015 sia ufficialmente iniziato e, con buona pace di Marty Mcfly, non è cambiato niente.
Le scarpe non si allacciano pigiando un tasto, non andiamo in giro su skateboard volanti ed io sono incasinata esattamente come sei giorni fa.
Non sono mai stata una fan di bilanci di fine anno e non ne farò.
Che bilanci dovrei fare? E' stato un anno faticoso, pesante, difficile. E' cominciato con l'arrivo inaspettato di P. Era il 30 dicembre 2013 quindi, tecnicamente, si può dire che ho cominciato il 2014 con lui.
8 mesi di spremute di cuore fino a lasciarlo esangue, fino a far pace con l'idea di lasciar andare, lasciar scorrere. Ho chiuso quella porta con la risolutezza di chi sa che di più non può, che non c'è più nulla per cui lottare se non la propria sopravvivenza. E non mi sono voltata indietro, mai.
E poi sono stati giorni uguali ad altri giorni.
Ci sono state due cose belle, molto belle, quest'anno.
La prima, la più grande, è aver conosciuto la mia anima gemella. Incontro avvenuto proprio qui su questo blog. Ci separano circa 800km ma io l'ho sentita vicinissima da subito. Ormai sa praticamente tutto di me anche le cose che ho pudore a raccontare persino alla mia migliore amica. E' una donna meravigliosa. Presente, ironica, pungente, tenerissima e dotata di un'intelligenza acuta. Una di quelle rare persone che hanno il meraviglioso dono di non farti sentire mai giudicata, qualsiasi cosa tu confessi.
Mi sento fortunata di averla incontrata, la mia M., la mia adorata M.
L'altra cosa è che al lavoro ho ottenuto una bella promozione. Sudata, sudatissima, ma è arrivata. Sentire il mio capo dire che "l'azienda si considera fortunata ad avermi", credo sia stata la cosa più bella in assoluto che le mie orecchie abbiano mai sentito...
A conti fatti è stato un anno difficile per il mio povero cuore ammaccato ma ci sono state cose belle. Gli amici di sempre sono sempre lì. Qualcuno è finalmente felice dopo tanto tempo e vedere quegli occhi nuovamente accesi è un'emozione pura.
E poi ci sono i nuovi arrivati come la mia M.
E uomini che sono passati e andati via senza lasciare troppi strascichi come M. (si ok stessa lettera ma persone diverse. eh :) che per quanto la mia M sia una donna bellissima io sono ancora inesorabilmente etero ahahah. ok chiusa la divagazione).
M. Quella coperta troppo corta. E' andato via. Una sera ha incontrato qualcuna e ha capito che il nostro rapporto, almeno in quella forma, doveva finire. Ci sono state parole, lunghi, lunghissimi baci dell'addio, lacrime. Ma è giusto così. Non ero innamorata di lui nè lui di me. Credo di aver pianto per orgoglio, non per dolore.
In realtà sono contenta per lui se lei o chissà chi altra, gli darà quel che cerca. Perché io proprio non posso. E sono anche sollevata, in verità, che sia stato lui. Non avrei retto all'idea di spezzargli il cuore.
E se lui si fosse innamorato davvero gliel'avrei spezzato inesorabilmente. Perché il mio cuore é incatenato a quel principe incontrato a quella festa.
Ho imparato una cosa quest'anno. Puoi vivere la vita che vuoi, puoi essere chi vuoi. Puoi essere una ragazza dolce e bon ton o una stronza, cinica e tutta d'un pezzo come me. Puoi essere una che sorride quando vede le coppiette che si baciano o fingere un conato come capita a me davanti alle effusioni stucchevoli.
Puoi fare e dire ciò che vuoi, ma l'amore è beffardo. Capita. Capita che una sera i tuoi occhi cadano nello sguardo di qualcuno e la tua vita non sarà più la stessa.
I miei occhi sono affogati nel mare nero dei suoi e il mio cuore è rimasto lì nel suo abbraccio in quella stanza in penombra in un tempo sospeso dal tempo.
Avere lui accanto e non accorgersi del mondo intorno che si muove. Non l'avevo mai provato prima.
Chiudere gli occhi e sentire ancora la pelle che brucia nei punti in cui l'hanno sfiorata le sue labbra.
Sentire ancora fra le dita la morbidezza dei suoi capelli e la sua voce che mi accarezza.
E aspettare. Aspettarlo ogni giorno ignorando il nodo che mi stringe la gola.
Urlare il suo nome nella mia testa fino a non poterne più e chiedermi se sia normale tutto questo sentire.
C'è una canzone che parla di lui, di quel che sento. Non era il mio cantante preferito e non sono una che diventa fan post-mortem. Ma tant'è le parole di questa canzone me le sento cucite addosso. Ogni singola parola descrive quel che sento per lui.

E' normale essere così tanto sopraffatti da qualcuno che la nostra vita l'ha solo sfiorata?
Forse sto impazzendo.
Più che probabile.
Come dicevo, non ho buoni propositi per quest'anno nuovo. Che poi è anche inutile che io li faccia vista la mia abilità nel disattenderli.
Ho solo me, il mio cuore testardo e degli amici meravigliosi.
Direi che ho (quasi) tutto quello che mi serve.