giovedì 27 febbraio 2014

Quando non ci speri più

Accade che sono le 13 di un piovoso Mercoledì e sei lì al tavolo di un locale nei pressi dell'ufficio in attesa del tuo piatto di bucatini all'amatriciana, quando il tuo telefono comincia a vibrare. Sul display, quel viso che tanto ami.
E ti stupisci perché non ti ha mai chiamata a quell'ora. I bucatini arrivano ma non te ne importa molto, li mangerai freddi.
Infili al volo la giacca e ti scaraventi fuori alla ricerca di un angolo di privacy per parlare con lui.
La sua voce è allegra, distesa e scherza un po' con te mentre tu continui a non porti la minima domanda sul reale motivo della chiamata.
Poi d'improvviso, con voce asciutta, ti dice "ho ricevuto la tua lettera". E senti fisicamente il cuore uscire dal petto. Un tonfo pazzesco. Improvvisamente hai paura.
Hai paura perchè negli ultimi 14 giorni lui è stato di una dolcezza disarmante, ti ha detto cose che non aveva mai detto, l'hai sentito arrivare da te con passi piccoli ma costanti e hai percepito che manca davvero poco, che finalmente si lascerà andare. Non ancora, ma lo farà.
E ora, in pochi secondi, tutte le paure si affollano nella tua mente e ti esce un filo di voce quando gli rispondi: 
"ah. beh ha fatto presto.. solo 14 giorni cosa vuoi che sia.. e quindi...cosa pensi..?"
E lo senti sorridere mentre ti dice che l'ha già imparata a memoria, che nessuno ha mai scritto qualcosa di tanto bello per lui, che quelle parole l'hanno intenerito e che non crede di meritare tanto ma se la terrà stretta stretta.
Anche se con moooolto ritardo, devo dire un GRAZIE di cuore a Poste Italiane che alla fine hanno contribuito a dimostrarmi che c'avete ragione voi. Bisogna seguire il proprio cuore e fidarsi del proprio istinto. E buttarsi e tentare tutto il tentabile per qualcosa che vale. 
Il mio cuore mi diceva che era la cosa giusta da fare, che lui avrebbe capito e che ne sarebbe stato felice.. E così è stato.

martedì 18 febbraio 2014

Solo te

Avrei tante cose da dire ma in testa mi risuona solo una frase. Lenta, costante, come un mantra:
Sono innamorata di te.
Ecco. Non te l'ho detto e chissà se mai lo farò, ma sono innamorata di te. Lo sono completamente, perdutamente, felicemente.
E non importa cosa siamo o cosa saremo. Tu continui a riempire i miei giorni con la dolcezza di sempre, con l'ironia che mi ha conquistata dall'inizio, con le tue cure, la tua preoccupazione per me, con il sostegno incondizionato e il tifo da stadio per ogni traguardo lavorativo raggiunto, con la tua gelosia che viene fuori inaspettata, con il tuo dolcissimo "nanetta.." detto sempre più spesso, sempre più dolcemente.
Sei qui con me e il mio cuore è tuo. E' nelle tue mani. E forse un giorno potrò dirtelo. 
Per il momento mi limito a darti quella che sono e quello che sento per te senza tirare, senza forzare, senza imporre nulla.
Ti sento tornare a piccoli passi. 
Mi troverai qui quando sarai pronto. Non vado via. Non cerco niente se non te. Solo te.

giovedì 13 febbraio 2014

L'amore ha i suoi tempi (?)

La parte sicuramente più bella ed interessante di avere un blog sono gli spunti di riflessione che le parole altrui accendono nella mia mente.
Giravo intorno ad un pensiero da qualche giorno ma questa frase: "le cose non sono sempre così ovvie, così scontate. Che due pezzi, magari, sembrano perfetti per stare insieme ma non è il momento per farli combaciare", letta qui http://traemmeezeta.blogspot.it/, ha scatenato in me tutta una serie di rimuginamenti sulla storia con Burbero.
Perché ci sono dei dati di fatto in questa storia:

  • E' un dato di fatto che non riusciamo a stare lontani davvero
  • E' un dato di fatto che ci piacciamo e pure tanto sotto tutti i punti di vista
  • E' un dato di fatto che ci incastriamo alla perfezione come i due pezzi del puzzle che servono per finire il cielo e che si perdono quasi sempre
  • E' un dato di fatto che ci manchiamo e pure tanto
  • E' un dato di fatto che proviamo delle cose
  • E' un dato di fatto che è ingarbugliato nei suoi labirinti mentali ma il suo cuore propende da una parte ben precisa
Solo che, per quanto bello sia quello che abbiamo, probabilmente non è il momento giusto.

In questi giorni ci siamo sentiti ogni sera. Messaggi di tutti i tipi: divertenti, semplici come stai, messaggi suoi di preoccupazione perchè la babba si è presa la tachipirina bevendo vino rosso, messaggi teneri e anche imprevedibili messaggi di gelosia da parte sua. Lui c'è. E' qui con me ancora. Ieri ero addormentata, era ormai mezzanotte e mezza, e lui mi ha scritto alla fine di una giornata di lavoro delirante e mi ha chiesto se poteva chiamarmi. Nonostante il sonno proprio non ce l'ho fatta a dirgli di no. Ed è stato bello sentire la sua voce e sentirgli dire che dopo una giornata così aveva solo voglia di parlare un po' con me, aveva voglia e bisogno di sentirmi.
Sarà una cosa piccola ma per me è l'ennesima dimostrazione che nonostante la sua testa, il suo cuore va per la sua strada. E siamo stati al telefono fino alle 2 passate stupendoci ancora di quanto le nostre telefonate siano sempre lunghissime e di come le ore spese a parlare volino via come fossero secondi.
E la telefonata si è conclusa con un suo "fai una buonanotte, ci sentiamo domani. bacio."
Che per me "ci sentiamo domani" è la più dolce delle promesse. Non mi servono i per sempre, mi servono i domani. Perchè nella frase "ci sentiamo domani" ci leggo la volontà di esserci. Per un giorno ancora, per un giorno in più. Perchè alla fine il per sempre è fatto di giorni da vivere uno alla volta.
Ancora ci sono nei suoi giorni. Sono nella sua testa e nel suo cuore, sono ancora il pensiero che lo fa sorridere, sono ancora la voce che vuole sentire prima di dormire. E forse non è abbastanza, ma è qualcosa di tangibile. Non è ancora persa la partita. Siamo ancora in gioco ed è ancora difficile fare pronostici.

Nella piazzetta di fronte al mio ufficio, in un angolo nascosto, c'è una cassetta rossa per le lettere. 
Questa mattina, sicura e sorridente, ho imbucato la mia lettera per lui. L'ho fatto perchè il mio cuore diceva di farlo. Perchè, conoscendolo, se la riceverà non potrà fare a meno di dirmi qualcosa. Non mi aspetto che lo faccia capitolare. Non è quello l'obiettivo. 
Immagino lo stupore sul suo viso nel leggere il mio nome nello spazio del mittente e immagino il suo sorriso dolcissimo nel leggerla. Tutto qui. 
Quella lettera non è un ultimatum. E' solo una dichiarazione di intenti. E' un modo in più per dirgli "ho scelto te, sono qui. Ti aspetto."
E da quando l'ho spedita il mio cuore è più leggero. 
Comunque andrà questa storia con lui, saprò in cuor mio di aver fatto tutto quello che potevo. E se dovesse andare male, lui rimarrà un dolcissimo ricordo ma mai un rimpianto.


martedì 11 febbraio 2014

Updates

Alla fine ho ceduto. Sabato sera sul tardi ho preso in mano il cellulare e gli ho scritto solo un "come stai". 
Non ne potevo davvero più.
Mi ha risposto felice di sentirmi, mi dice che è fuori con gli amici. Mi chiede se sono a casa e mi dice che voleva chiedermi com'era andata la mia review annuale con il capo inglese ma in quel momento non poteva.
E qui io faccio quello che non dovrei. Gli dico che sto bene e che mi chiederà quello che vuole quando potrà e che, in ogni caso, la mia review era avvenuta 4 giorni prima e avrebbe potuto scrivermi se solo avesse voluto.
Messaggio visualizzato. Nessuna risposta. E lì comincio ad auto flagellarmi pensando che potevo evitarmela, che le recriminazioni da femmina rompiscatole proprio no.
E poi la domenica mattina mi manda il buongiorno, mi dice "non odiarmi..non è cosi semplice.." e poi mi chiama. 
Mi chiama e passiamo un'ora al telefono parlando e ridendo. E mi dice che gli sono mancata da morire ogni santo giorno, che gli manca quello che eravamo. Mi dice che in quei giorni di silenzio mille volte avrebbe voluto prendere in mano il cellulare e scrivermi. Scrivermi qualsiasi cosa, dal film che stava guardando (era un po' un nostro rituale guardare dei film e poi farci le nostre personalissime recensioni a vicenda) al fatto che semplicemente sentiva la mia mancanza. Ma non l'ha fatto perché voleva essere coerente con se stesso e non voleva farmi del male. Mi dice che ha pensato "però, cazzuta sta nanetta che non si fa sentire" ma mi avrebbe comunque cercata. Mi ripete che in questo momento della sua vita ha bisogno di rimettersi insieme, di risistemare i pezzi e non è in grado di vivere una storia serenamente. Ma non vuole perdermi. Mi dice "in questi ultimi due anni mi hanno letteralmente asfaltato. Tu sei stata la prima e l'unica a squarciare il velo, a farmi tornare a sentire. Mi sono fermato perchè so che questo non è il momento giusto, non perché non sei giusta tu. E non lo so cosa succederà in futuro.. ma so che squando starò meglio e sarò pronto sarà forse più facile se nel frattempo non ci saremo persi. E se nel frattempo mi dirai che hai trovato qualcun altro mi farà male e sarò pazzo di gelosia ma è un rischio che devo accettare. Non ho alcun diritto e alcuna pretesa di legarti. Solo mi piacerebbe poter parlare ancora con te come facevamo prima."
Gli rispondo che può farlo e che sto male con i suoi silenzi, la sua assenza mi ferisce non la sua presenza. 
Parliamo ancora un po', qualche messaggio stupido durante la giornata e la domenica passa. Arriva il lunedi. io non lo cerco per prima ma mi viene la voglia assurda di scrivergli una lettera. Una lettera scritta a mano e da spedire con tanto di francobollo (come si faceva una volta.. che io sono anni che non compro un francobollo).
Mi piaceva l'idea di prendermi il tempo di dirgli qualcosa di importante, aspettare con pazienza che la riceva e attendere la sua risposta.
Qualcosa che non fosse consumato in fretta come un messaggio al pc.
Cosi ieri sera mi sono seduta al tavolo della cucina e gli ho scritto. In realtà quello che gli ho scritto mi è capitato di leggerlo da qualche parte ma ho deciso di scriverglielo perchè è esattamente quello che penso e che sento:
"Ti resto accanto anche quando non mi vedi.
E cerco di capire, tu che un giorno sei una rosa e quello dopo sei una spina. Ti resto accanto in questo tempo indefinibile, nel tempo che ti prendi per pensare, per trovarti e intanto se la ride, passa e se ne frega. Tempo troppo breve se ci scappa da ridere o da vivere, tempo troppo lungo se ti fai aspettare.
Se ti volti non mi vedi. Neanche avanti non mi vedi. Io sono al tuo fianco, senza spingere nè tirare, nel posto in cui ti puoi appoggiare quando perdi l’equilibrio. Di fianco, per dirti all’orecchio che ti voglio bene, per non perderti di vista neanche quando ti allontani. Di fianco, per non oscurare la tua luce, per non coprire la strada che vuoi fare, per solleticarti se ti chiudi nei pensieri.
E non occorre che allunghi la mano per cercare la mia, non l’ho mai mollata. E non occorre che allungo la mano per cercare la tua, è sempre stata nella mia.


Con infinito bene,
Erika"
Solo che nel momento esatto in cui ho chiuso la busta e attaccato il francobollo, lui mi ha mandato un messaggio. Un messaggio tranquillo e carino. E ci siamo scritti un pochino e addirittura stamattina ho riavuto un messaggio del buongiorno più o meno e ho paura che mandargli quella lettera non sia una buona idea. Ho paura che potrebbe sentirsi sotto pressione, messo al muro ed è l'ultima cosa che voglio.
Ora quella busta è nella mia borsa e non credo verrà spedita. O forse dovrebbe?


venerdì 7 febbraio 2014

Sono stata forte, hai visto?

Lunedi notte dopo due ore al telefono, quando ormai erano le 3 passate, mi hai detto ridendo "Sei buffa tu. Io prendo una decisione e tu semplicemente te ne fotti.."
Ti ho risposto "Me ne fotto quando penso che sia una decisione piuttosto sciocca. E poi se non volessi sentirmi non mi risponderesti e non staresti le ore al telefono con me." Hai sorriso ancora e hai risposto "Lo sai che non resisto se mi cerchi. Lo sai quanto piacere mi fa parlarti. Non ti dico che ti penso e che mi manchi perchè sarei stronzo a farlo.. ma tanto tu non sai stare neanche 24 h senza cercarmi".
"Quindi se non ti cerco io tu non mi cerchi?"
"Nanetta, so per certo che non potrà mai essere così."

E allora ti ho messo alla prova. Abbiamo smesso di parlare alle 03.15 e non ti ho più cercato. Neanche un sms. Niente, silenzio assoluto.
Mi sono mangiata le mani, ho lavorato come mai prima, sono andata a dormire con le galline pur di distrarmi e non cedere.
Ora però basta tesoro mio. Ora fatti sentire e dimmi che hai capito.. e che vuoi me e che te ne fotti del resto.
Dimmelo ora perchè io non ce la faccio più.

martedì 4 febbraio 2014

La paura esiste

Tesoro,
è strano per me usare questa pagina per scriverti perché tu neanche sai dell'esistenza di questo spazio e di conseguenza non leggerai mai queste parole.
Non ti ho neanche mai chiamato tesoro in verità, se non nella mia testa e nel mio cuore.
Ci siamo conosciuti in un modo davvero strano io e te. Nell'unico modo possibile forse per due persone che vivono a 400 km di distanza. Ma da quella fredda sera di fine dicembre ci siamo donati tutto. Ci siamo annusati e scoperti dietro miliardi di parole. Parole digitate senza sosta fino alle ore più assurde della notte.
Parole al telefono piene di stupore nel scoprire quanto calda e dolce sia la tua voce.
Notti e giorni interi passati a parlarsi che non era mai abbastanza. Scoprire in fretta che ci leggiamo nella mente, anticipiamo il pensiero dell'altro e a volte lo terminiamo. Parlarsi senza remore del proprio passato e del proprio presente senza cercare di edulcorarlo, senza tentare di apparire migliori.
E poi tu hai provato a scappare. Hai provato a dirmi che la tua situazione e i km che ci separano erano un ostacolo e dovevamo fermarci finchè eravamo in tempo. Ma non te l'ho permesso. Ho lottato con le unghie per riportarti qui perchè sentivo "di pancia" che non potevo perderti. Non potevo.
"Addio nanetta, mi dispiace." Ma dopo meno di 24h eri di nuovo lì a dirmi "manchi." E allora ci abbiamo riprovato sul serio con rinnovato entusiasmo e con l'infinita tenerezza di chi sente di appartenersi già.
E poi quel treno preso all'alba per venire da te. Km e km di rotaie che sono volati in un battito di ciglia. Era Milano, era buio, e dopo un attimo c'era il sole, c'era un'altra città, c'eri tu.
C'era il mio cuore che faceva le capriole ad ogni tuo sorriso, la mia timidezza, le nostre parole, il nostro primo dolcissimo bacio. C'era il parlare per ore e smettere solo per fare l'amore e poi ricominciare a parlare e poi ancora fare l'amore come una danza. Come qualcuno che si è perso nel deserto e che improvvisamente incontra un'oasi. Beve per dissetarsi e poi non può più smettere di bere perchè ha cercato così a lungo, ha bramato tanto quell'acqua che ora ha paura di separarsene. Ha paura di sentire già la mancanza.
E poi il viaggio di ritorno e il magone che mi ha stretto la gola con un nodo appena ti ho salutato. Perchè quella voglia di piangere? Mancanza? Sì, in parte. In parte mi mancavi già. Mi mancavano già i tuoi occhi, la tua pelle, le tue braccia intorno a me. Ma c'era qualcos'altro. Ti ho sentito andare via. Ti ho sentito allontanarti senza di me. Ho capito che qualcosa in te si era rotto e ti stavo perdendo.
Ho pianto in silenzio due giorni vivendo all'ombra del fantasma di un addio prima che tu mi dicessi che sì, è così. 
Ci abbiamo messo giorni a spiegarci, km di parole per spiegarmi che quello che senti è forte ma che proprio non ce la fai a rischiare di nuovo il cuore. Hai paura. Troppo dolore vissuto, troppe cicatrici. Mi hai confessato cose di te che non avresti voluto, ti sei strappato il cuore per mostrarmi chi sei e cosa ti spaventa. Mi hai detto che ti manco da morire e che soffrirai senza di me ma.. è meglio così. Ed io ci ho provato tesoro mio. Ci ho provato in tutti i modi a spiegarti che puoi fidarti ed affidarti a me perchè io non voglio farti del male.
Questa notte dopo due ore passate a parlare mi hai detto "per una come te affronterei il mondo. Quello che sento per te è forte, quello che abbiamo vissuto è stato stupendo... Io lo so che di una come te mi innamorerei in un'istante. C'è una parte di me che lo vuole e vuole letteralmente buttarsi a pesce in questa storia annullandomi e vivendo di te. Ma l'altra parte, quella più razionale non ce la fa. Sono sbagliati i tempi. Non ce la faccio. Mi fa male perderti ma se mi manderai al diavolo io lo capisco. Non perdere tempo con uno come me".
E lo so che lo pensi davvero.. La tua storia passata ha lasciato cicatrici profonde, mi hai confessato cose che forse io non sarei stata in grado di affrontare... ma mi si spezza il cuore. Perchè io ti ho riconosciuto, sei tu. Sei quello che cercavo, sei l'amore che sognavo per me ed io vorrei trovare il modo per squarciare quel bozzolo di paure. Vorrei trovare il modo per scalfire la tua corazza e farti capire che puoi fidarti di me. Puoi fidarti di noi.
E non so cosa fare.. continuare a cercarti? Sparire? 
E ho paura.. ho paura di perderti. Una paura fottuta di perderti.